Le voci del silenzio

LE VOCI DEL SILENZIO

presso SALA MAFFEIANA VIA ROMA 10 ore 18,00

il 25 gennaio 2011

MUSICHE DA TEREZÍN

LE VOCI DEL SILENZIO – MUSICHE DA TEREZÍN

Programma
DIRETTORE DAN RAPOPORT
Gideon Klein (1919 – gennaio 1945)
Partita per archi (Terezín, 1944)
Allegro, Molto vivace
Erwin Schulhoff (1894 – 1942)
Divertissement per trio di fiati (1927)
Hans Krasa (1899 – 1944)
3 Lieder per voce, clarinetto, viola e violoncello
(Terezín, 1943)
Pavel Haas (1899 -1944)
Quintetto per fiati op.10 (1929)
Preghiera, Epilogo
Viktor Ullmann (1898 – 1944)
Der Kaiser von Atlantis Finale per soprano, mezzosoprano, tenore, baritono ed ensemble (Terezín, 1944)
Alexander Krein (1883 – 1951)
Esquisses Hebraiques Suite per clarinetto e quartetto d’archi op. 12 (1909) Erwin Schulhoff (1894 – 1942)

Concertino per flauto, viola e contrabbasso (1925)
Andante, Rondino
Karl Amadeus Hartmann (1905 – 1963)
Concertino per tromba solista e 7 strumenti a fiato (1933)
Toccata, Lied
Maurice Ravel (1875 – 1937)
Kaddisch e l’Enigme Eternelle (1914) Per voce e ensemble
(arrangiamento: Dan Rapoport)
Musiche eseguite dagli allievi del Conservatorio di Musica
Introducono il concerto AUGUSTA CELADA, dirigente scolastico Educandato Statale “Agli Angeli”; CARLO RIMINI, presidente della Comunità Ebraica di Verona; HUGH WARD-PERKINS, direttore del Conservatorio di Musica di Verona “E. F. Dall’Abaco”; RICCARDO MAURONER, docente di storia al Liceo Classico “Agli Angeli”.

TEREZÍN

La terribile e beffarda storia di Terezín (Theresienstadt) si delinea concretamente il 20 gennaio 1942, nel corso della conferenza di Wannsee, quando i gerarchi del nazismo decisero di istituire nel quadro della Soluzione finale della questione ebraica un ghetto in un’antica fortezza asburgica alle porte di Praga. Era stata pensata per gli ebrei di età superiore a sessantacinque anni che non sarebbero stati deportati verso i campi di sterminio, per gli ebrei invalidi della Prima guerra mondiale e per quegli “ebrei importanti la cui scomparsa in un campo della morte avrebbe potuto dare adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi stranieri”. Il campo modello di Terezín si avviava così a diventare il fulcro di una straordinaria mistificazione propagandistica tesa a dimostrare che le condizioni di vita fossero in qualche misura accettabili.
La fortezza in teoria era amministrata dagli stessi reclusi ma in realtà utilizzata come centro di transito per le spedizioni “all’Est”, principalmente a Auschwitz-Birkenau. Sotto il controllo delle SS, era il Consiglio degli anziani a regolare la vita quotidiana del campo organizzando rappresentazioni, concerti, opere musicali tenuti dagli stessi ebrei prima della loro partenza verso lo sterminio. Anche le condizioni dei bambini sembravano normali: ricevevano un’istruzione, dipingevano, scrivevano giornaletti, giocavano, facevano teatro. Dopo il luglio 1942, quando tutta la città divenne un ghetto, l’attività culturale si sviluppò enormemente grazie al contributo dei maggiori artisti ebrei dell’Europa centrale. E’ in questo crogiuolo di grande creatività nell’abisso della storia che i nazisti alla fine del 1943 elaborarono la diabolica idea di usare la fortezza come campo modello per ingannare la Croce Rossa Internazionale sulla vera natura di Terezín. Fu avviata una politica di “abbellimento” tale da dare al campo l’aspetto di un’elegante stazione termale. Furono emessi anche false monete e francobolli per dare l’impressione di una cittadina ben funzionante e autosufficiente. La visita fu documentata con il filmato dal titolo Il Führer regala una città agli ebrei riuscendo a ingannare per ben due volte il comitato d’ispezione. Quasi tutti gli artisti, attori, cantanti, musicisti, furono spediti ad Auschwitz con l’ultima ondata di deportazioni (autunno 1944). Atrocemente si spegneva un mondo che ha saputo essere creativo fino all’ultimo, facendo conoscere anche ore felici. Soprattutto grazie alla musica quegli uomini e quelle donne hanno avuto non solo la possibilità di prolungare il tempo della propria esistenza fisica, pur fatalmente destinata alla distruzione, ma soprattutto di “sopravvivere”, di vivere spiritualmente sopra l’orrore del mondo rendendo immortale attraverso il suono la voce della loro anima. Tra il novembre 1941 e il maggio 1945, 139.419 persone, quasi tutti ebrei, entrarono nella fortezza di Terezín: trentatremila morirono tra le mura della «città modello», altri 86 mila nei centri di sterminio. Poco più di 17mila si salvarono.
Informazioni:

Comunità Ebraica di Verona
Via Portici 3 – Verona
Tel. 045 8007112
E-mail: comebraicavr@alice.it
Conservatorio di Musica “E. F. Dall’Abaco”
Via Abramo Massalongo, 2 – Verona
Tel. 045 8002814 / 045 8009133
E-mail: abaco@conservatorioverona.it

Educandato Statale “Agli Angeli”
Via Cesare Battisti, 8 – Verona
E-mail: info@educandatoangeli.it

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